domenica, ottobre 08, 2006

Da Bologna a Kant

Marco, Marco, Marco …
Non posso che continuare a pensare a Marco.
Non posso che continuare a sentirlo sulla mia pelle.

Sì, a Bologna sono stata bene.
Quando ha saputo che ero lì è venuto a trovarmi la sera stessa.
C’era un po’ di gente a casa di mio fratello.
Un sacco di gente che sta felicemente insieme la sera bevendo una birra, raccontandosi di quello che hanno fatto durante il giorno, ascoltando musica, qualche volta suonando e cantando qualcosa per la gioia di tutti.
Ed è arrivato anche Marco, per dirmi che all’indomani pomeriggio mi avrebbe accompagnato volentieri a fare una passeggiata per la città e raggiungere poi gli altri al concerto dei Lordi.
Così è stato venerdì pomeriggio, solo che poi non sono più tornata a casa di mio fratello se non per prendere lo zaino con le mie poche cose e trasferirmi a casa sua.
Mi ha regalato tanto di ciò che mi mancava in due giorni.
Mi ha fatto sentire una regina con i suoi modi premurosi e attenti.
Mi ha fatto sentire spensierata e amata, portandomi per mano e abbracciandomi in giro per Bologna.
Mi ha fatta sentire allegramente fuori di testa condividendo l'entusiasmo dei fans al concerto dei Lordi.
Mi ha fatta sentire donna a casa sua, dove albergavano solo i nostri sospiri, carezze, e baci e coccole e trasporti tali da risvegliare l’invidia dei vicini che si son messi a protestare picchiando sui muri.
Mi ha fatta sentire tanta nostalgia per l’Italia anche se non sono ancora “emigrata”, seduta sugli scalini di Piazza Maggiore stamattina.
Dovevo andare a prendere il treno per essere a Firenze nel primo pomeriggio.
Ha voluto portarmi a casa lui con la sua yaris rossa, regalo per i suoi 21 anni nel luglio scorso.
Siamo arrivati quasi all’una. E’ rimasto a pranzo con noi, è ripartito da poco, e il mio pensiero non l’ha ancora lasciato.
Non so neppure se potrei innamorarmi. Contrariamente a lui che continuava a ripetermelo, io non gli ho mai detto ti amo in questi giorni, se non in alcuni momenti mentre facevamo l’amore.
Non so che sarà. So che è stato bello e mi sono sentita viva, felice, appagata come non credevo fosse possibile in questo periodo.

Ora son qui che devo mettermi a studiare.
La vedrei molto dura, non fosse che la mia concentrazione deve andare su Kant. Mi piace Kant. E’ un cavallo di battaglia degli studi di mamma e mi aspetta di là per rivederlo insieme a me. Meno male. Da sola credo che continuerei a rimanere ancorata alle forti emozioni di questi giorni.
Forza Kant, tu che non ti sei mai lasciato andare a quello che ho fatto io in questi giorni, forza, insegnami qualcosa, insegnami “il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”!

Nessun commento: