sabato, ottobre 21, 2006

Commiato a Verona e al lago

Giovedì sera papà ci ha dato la notizia che possiamo raggiungerlo. Ha fatto tutto in tempo record, con un pizzico di fortuna. Un collega che se ne starà due anni in Giappone gli ha affittato un appartamento abbastanza grande e già arredato. Mamma ed io partiremo col primo posto libero con un volo diretto, visto che mamma ha problemi di movimento ed un cambio d’aereo le creerebbe qualche disagio. Dalla settimana prossima ogni momento è buono. Io ho già preparato tutto.

Ero d’accordo con Marco di trascorrere il week-end insieme a Bologna. Ieri pomeriggio sono partita per raggiungerlo coll’EuroStar delle 16.14, ma appena è partito m’è passata la voglia di andare a Bologna e sentivo invece quasi la necessità di prender commiato da Verona. È stato un impulso fortissimo. Ho telefonato a Marco e gli ho detto quello che mi stava succedendo e che volevo andare a salutare quei luoghi. Ha incassato anche questo, ma ha voluto venire a salutarmi alla stazione attraverso il finestrino. Poi ho fatto il biglietto Bologna-Verona in treno; dopodiché dalla stazione di Verona ho preso la corriera per Lazise. Alle 20.30 circa sono arrivata a casa. Non c’era nulla da mangiare, ma non mi andava di uscire.
Ho girovagato per la casa per un po’.
Poi mi son messa a gingischiare al computer, pure sul solito forum, su cui ho postato un solo messaggio, assolutamente impersonale, da cui ho avuto una risposta immediata dalla solita PiAccaEtc ["Ah, cosa ci fai ancora qui, Babel? Perdonami, curiosità personale"]. E' stata censurata da uno dei suoi amici. Non le avrei comunque mai risposto!

Stamattina il tempo era proprio brutto, una pioggerellina con cielo coperto che veicolava tristezza.
Un’abbondante colazione mi ha ristorata. Ho fatto un po’ di spesa.
Mi è venuta voglia di sentire UNO, ma con timore. Ho provato a chiamarlo in un momento di coraggio (o di imbecillità), ma il suo cellulare era staccato, e quel coraggio mi è passato presto.

Poco fa mi ha telefonato Marco, chiedendomi se volevo che mi raggiungesse. Gli ho proposto di venire domani. Oggi voglio restare da sola in questi luoghi, e andare ora a fare una lunga passeggiata lungo il lago.


martedì, ottobre 17, 2006

Well ...

Papà la settimana scorsa è partito, è arrivato bene e si sta sistemando.
La scuola sta preparando le mie carte per il trasferimento.
Tutte le cartelle cliniche di mamma sono già pronte.
Ho fatto la lista delle cose da portar via, ma è suscettibile di mutamenti.
Mi son detta che è inutile che mi faccia tante paranoie. Se volessi potrei anche rimanere, ma preferisco andare. Quando sarò là ce la farò, inutile pensarci più di tanto prima.
Però mi rendo conto che tutto questo è al centro della mia attenzione.
Quello che succede nel mondo in questo momento non mi appassiona come di solito. Sono presa quasi completamente da me stessa e dalle mie preoccupazioni. E, paradossalmente, in un momento come questo, dai miei problemi sentimentali, quelli di ora e anche quelli di sempre.
Quest’anno è stato quasi interamente una catastrofe. Mi sono lasciata coinvolgere per buona parte del tempo da UNO, senza che la cosa giungesse a qualcosa di positivo. E mi pesa alquanto partire senza avere fatto pace.
Marco mi ha cercata sempre da quando ci siamo conosciuti. Una presenza quotidiana, via web o al telefono quand’è a Bologna, di persona quando torna dai suoi a Firenze. Si è proprio innamorato di me, ma io non posso dire altrettanto. Mi piace, sto bene con lui, gli voglio bene, tuttavia non mi sento trasportata come quando ci si innamora. Eppure la sua presenza è stata preziosa. Mi ha riempita di coccole e attenzioni. Dapprima ero anche timorosa nel vedere più trasporto in lui che in me, avevo paura di ferirlo. Siamo però riusciti a parlarne serenamente durante questo week-end senza farci male e anche questo me lo rende molto caro. Il pretesto per affrontare il tutto è venuto domenica scorsa quando mi ha proposto di non partire, di restare a Firenze, e, se volevo, anche di andare con lui a Bologna. Mi ha fatto tanta tenerezza., dopo aver incassato la sorpresa nello scoprire che era arrivato a tanto in così poco tempo. A me non era sfiorato neppure il pensiero di non partire per lui.
L’assurdo è stato che quando poi a casa ripensavo a questo, mi son ritrovata ad immaginare che cosa avrei fatto se fosse andata diversamente con UNO e se me l’avesse chiesto lui.
Che assurdità! UNO non è neanche un numero, è solo un’idea di cui mi sono innamorata e che per giunta m’ha pure trattata male.
Marco è una persona reale. Non c’è nulla che non vada in lui. Ha molte cose in comune con UNO: è un nerd, suona la chitarra e in un gruppo, ama il cinema, il teatro, la fotografia e la pittura, è uno studente forse non proprio modello ma coscienzioso e responsabile. È carino, comprensivo, tenero, sempre disponibile, e anche di buona famiglia. Perché non mi innamoro di lui?