giovedì, ottobre 05, 2006

Vado

Bene. Sono felice. Vado a Bologna. Partenza ore 16.37, arrivo 17.36.
Sono stata brava però: stamattina sono andata a scuola.
Ma domani e sabato, NO!
:)
Mio fratello ieri sera m’ha detto che cercherà di procurare un biglietto per il concerto dei Lordi anche per me.
Meglio ancora!

mercoledì, ottobre 04, 2006

Domenica scorsa

Sì, domenica è stata una giornata importante.

Al mattino mi sono svegliata prestissimo, nonostante fosse domenica e contrariamente al mio solito.

Mi sono svegliata sotto il peso di tutte le cose che in questo periodo mi agitano.

Avevo una copronuvula che mi seguiva ovunque, mentre vagavo per la casa ancora silenziosa.

Vagavo come un fantasma in pena che ripete a se stesso “Non ce la faccio a sopportare tutto insieme”.

Vagavo, vagavo … per un tempo lunghissimo, fino alle 8:00.

Allora ho scongelato e scaldato una brioche, ho fatto un buon caffè, ho messo tutto su un vassoio e sono andata verso la camera di mio fratello. Era a casa da venerdì sera. Firenze e Bologna sono veramente vicine e viene più spesso da quando mamma s’è fatta male.

Robi, mio fratello, è un gran dormiglione al mattino. Fra noi ci sono tanti gesti il cui significato s’è creato nel corso del nostro vissuto comune. Spesso in famiglia ci portiamo il caffè a letto, ma se mi presento da lui con caffè e brioche è come se gli dicessi “Aiutami, Robi”.

Insomma, ho bussato lievemente, ma lui dormiva alla grande. Sono entrata in punta di piedi , l’ho svegliato, chiamandolo dolcemente e urtando un po’ la sua spalla piano piano. S’è svegliato, mi ha guardata stralunato. Ha visto il vassoio appoggiato sul comodino, io in piedi con la faccia del cane bastonato. Si è seduto sul letto, ha ingurgitato il caffè in un attimo per svegliarsi un po’, mi ha fatto segno di sedermi sulle sue cosce. Così ho fatto, e abbracciandolo sono caduta in un pianto convulso. Non so quanto è durato. Lui mi dondolava, e mi ha sussurrato “Bisogna avere tanta pazienza, sorellina”.

E’ stato un pianto liberatorio, mi sono calmata. Allora mi ha detto: “Oggi vieni con me! E porta anche Francesca”. Avrei fatto qualsiasi cosa m’avesse proposto, pur di alleggerire il peso del mio stato d’animo e pur di stare lontana, per un giorno almeno, dall’andare a sbirciare cosa si raccontavano nel forum e se c’era qualcosa di nuovo sul blog di UNO.

E ho fatto bene, perché ho trascorso poi finalmente una bella giornata.

Siamo stati tutto il giorno a casa di un amico di Roberto, un suo compagno di Università. Dava una festa per il suo compleanno. Sono venute anche Francesca e la ragazza di mio fratello.

Sono stata proprio bene ed ho compreso che molte delle mie difficoltà dipendono proprio dal fatto che per lo più, nella mia vita quotidiana, non sono a contatto con persone o ambienti che conosco almeno da un po’ di tempo. Lì, invece, mi sentivo protetta dalla loro presenza, anche se il resto degli invitati erano persone nuove.

Ero serena, e sono pure riuscita a lasciarmi andare.

Un amico di mio fratello, Marco, anche lui studente a Bologna, mi ha fatto una corte serrata. Mi ha fatto piacere come non mi accadeva da tempo, e soprattutto mi ha fatto piacere essere stata un po’ al gioco di seduzione. Mi piaceva, sia lui che quel gioco.

Sono tornata contenta, contenta anche di essere stata lontana dal pc.

Ciò nonostante, però, quando sono andata sotto le coperte, proprio in quell’intervallo di tempo che occorreva perché il letto diventasse un tenero giaciglio della stessa temperatura del mio corpo, con sorpresa, ancora una volta, mi son ritrovata col desiderio che fosse UNO ad abbracciarmi e scaldarmi un po’.

Marco s’è fatto sentire poi tutti i giorni. Ha una voce dolce, un volto dai lineamenti nordici, capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, bocca sensuale, un corpo longilineo e slanciato. E’ bello!

Credo che diserterò la scuola e che andrò a Bologna da mio fratello domani, fino a tutto il week-end. Mi prendo un po’ di tregua.

lunedì, ottobre 02, 2006

In ordine sparso, le cose che in questo periodo mi stressano

Mi stressano e talvolta mi sembra possano schiacciarmi:

Una città che pur non essendomi sconosciuta, mi si ripresenta ancora come nuova, con tutto l’inevitabile dispendio di energia che ciò comporta (mancavo da Firenze come abitante da quando avevo 10 anni).

● Chi me lo fa fare poi di lasciarmi coinvolgere in qualcosa, se fra un po’ mi trasferisco di nuovo?

● Vedo troppo poco Francesca, una delle mie due più grandi amiche, che per fortuna abita a Firenze, ma che frequenta un’altra scuola.

● Mamma che con grande lentezza ottiene lievissimi miglioramenti a fronte di una profusione di forze inaudita per stare meglio.

● Cecilia, la mia sorellina, che mi scambia ancora per la sua mamma.

● Io che non riesco a trovare il modo giusto per sottrarmi ad un ruolo materno con Cecilia.

● Papà che, nonostante mantenga una calma serafica, si spreme all’inverosimile per trovare le cure più adeguate per mamma, cerca di non perdere di vista i suoi figli, è indaffarato come un dannato per preparare la sua partenza per New York (e il nostro successivo raggiungimento).

● Il non lontano trasferimento a New York.

● La psicoterapia che sto facendo (accidenti, è parecchio impegnativo e doloroso assumere tanta consapevolezza di sé e del mondo che mi circonda!).

● La storia naufragata due volte con UNO e la sua orribile fine.

● Il desiderio frustrato di un amore.

● Mi sembra di voler stare almeno dieci anni sempre nello stesso posto, ma allo stesso tempo continuare a cambiare è diventato un modus vivendi con dipendenza, come una specie di droga.

● La complessità con la quale ho sempre convissuto, oltretutto con una famiglia che mi ha cresciuta fin dai primi vagiti inculcandomi l’idea che essa abbia un valore altissimo.

● Non riuscire ad addormentarmi pacificamente la notte.

● Non riuscire a svegliarmi con vitalità al mattino per andare a scuola.

● La stanchezza di avere a che fare con dei compagni nuovi e ancora una volta sconosciuti.

● Voglia di trovare calore anche al di fuori della mia famiglia, ma grande difficoltà a incontrare gente di pari levatura.

● Mi manca Roberto, mio fratello, che se ne sta a Bologna a studiare all’Università. Oddio, non oso pensare quanto mi mancherà quando fra non molto con mamma raggiungerò papà negli USA.

● E’ venuta a trovarci la direttrice editoriale di una casa editrice per cui lavorava mamma, e tra una chiacchiera e l’altra le ho lasciato da leggere le bozze di alcuni miei racconti (me la faccio addosso per timore del suo giudizio).

● A scuola continuo a cavarmela bene, tuttavia è l’ultima cosa a cui penso, e ciò non è bene.

● Ho voglia di tenerezze e di fare l’amore, ma non ho un compagno.

MALEDIZIONE! SON TANTE!

E MI SA CHE POTREI PURE CONTINUARE … :(


domenica, ottobre 01, 2006

E' successo qualcosa di importante oggi.