E’ stata dura oggi studiare, ma domani di nuovo sveglia presto, e a scuola!
Dunque, si deve.
E’ difficile quando i dolori del cuore sono forti.
Così è per me in questi ultimi giorni, dopo che con UNO sono giunta ad un punto di non ritorno da giovedì sera.
Ero dapprima piena di rabbia, furiosa. Sentimento destinato a non durare in me, forse in nessuno. Alla rabbia ora s’alterna l’amarezza.
E tanta tristezza.
E delusione. In primo luogo verso me stessa.
Perché mai mi è così difficile studiare quando questi sentimenti albergano nel mio animo?
Perché mai, anche se non vorrei, la mia mente si sposta automaticamente verso il lago di Garda e il Tòcatì di Verona?
Mi sono dedicata ai libri di scuola stamattina presto e nel tardo pomeriggio, ma mi ci è voluto uno sforzo inaudito.
Ma qualcosa di buono c’è stato, oggi.
Sono uscita a passeggiare per il centro di Firenze in tarda mattinata.
Il tempo era buono, questi luoghi sempre belli, e le passeggiate sembrano aiutare ogni malattia.
Appuntamento con una mia nuova compagna di classe. Simpatica, e con i miei stessi interessi, sembra.
Qualche giro per il centro, un panino e poi insieme a visitare la Cappella Brancacci, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Ero contenta, in quelle ore, gustando il tiepido sole di questo fine settembre e l’odore a me caro dei musei.
Nella cappella ho apprezzato molte opere. Una in particolare mi è rimasta impressa, anche di più dei celebri affreschi del Masaccio. Si tratta de “La resurrezione di Tabita” di Masolino.
Di essa mi hanno particolarmente colpita i colori. Ma anche altre cose, su cui ho bisogno di riflettere ancora.
Mi chiedo anche se non sia stata suggestionata dal mio stato d’animo, che sente tanto forte dentro la morte, ma Tabila, nome che significa “Gazzella”, è stata resuscitata da Pietro.
E in fondo anch'io ho bisogno di rinascere.