sabato, settembre 30, 2006

Monade

Questo non è un blog.
E’ una specie di monade leibniziana vagante nel web.
Esiste come mondo chiuso, privo di finestre attraverso cui qualcosa possa uscire o entrare.

Nessuna delle persone che frequento lo conosce.
Qui nessuno, neanche chi non frequento, può postare.

E’ una specie di quaderno personale di pensieri sparsi abbandonato nello spazio virtuale.

venerdì, settembre 29, 2006

Non si smentiscono

C'è chi riesce a farmi mantenere vivo un sentimento nel tempo.

Continuo ad avere motivi per detestarla!

Anche CONTRAbab fa del suo meglio. Non ho la certezza che sia lui realmente, certo lo è comunque idealmente.

Detestabili e patetici.

giovedì, settembre 28, 2006

La mia mamma

Mamma non sta bene, oggi.
Voglio dire che sta meno bene del solito.
Penso che sia il cuore, non quello che pompa, a reclamare la sua attenzione.
È così bella la mia mamma. È così dolce la mia mamma.
Ma così terribilmente triste oggi.
Ormai non avrà più bisogno di ospedalizzazioni ripetute.
Può fare la riabilitazione anche essendo accompagnata quotidianamente, in genere al mattino.
Oggi, nelle primissime ore del pomeriggio, ha voluto stare su uno sdraio in giardino con una copertina a prendere un po’ dell’ultimo bel sole settembrino.
Quando sono tornata da scuola l’ho trovata lì, un po’ assopita.
Ho trangugiato velocemente un po’ di pasticcio che aveva preparato Silvana, e sono andata a sedermi accanto a lei.
Le ho letto un racconto di Checov, che a mamma piace tanto e sempre, nonostante sia stata sui suoi scritti più e più volte.
Era tutto così meravigliosamente mite, melanconico.
Lei che mi sorrideva e mi accarezzava con una mano le ginocchia.
Lei che aveva i capelli sparsi sul cuscino bianco e che ascoltava in silenzio la mia voce fra il verde e i tiepidi raggi di sole.
Lei che quando ho finito ha preso la mia mano e l’ha portata alle sue labbra per baciarla e poi l’ha accarezzata con le guance.
Lei che mi ha sussurrato “Sei la mia bimba, la mia piccola preferita”.
Ha una pelle di velluto la mia mamma, la più morbida e la più liscia del mondo.
Ha un odore inconfondibile, rosa ophelia insieme a menta piperita, la pelle della mia mamma.
Ma oggi il suo sguardo lucido abbondava di straripante e tenera malinconia.


Quanto ti amo, mamma!

Ah!

Scopro ora che è scomparsa la "onorevole" pagina a me dedicata da UNO, ed al suo posto è tornato on line il solito blog.
Meglio così.
E' comunque riuscito a ferirmi profondamente e a rendermi odiosa la maschera di "V for Vendetta", un film che mi piace ma il cui emblema, ora, mi fa male.
Vedo in quel sorriso beffardo lo stesso piacere di UNO nel prendersi gioco di me.
Oltretutto l'ha fatto diventare il suo avatar nel forum degli studenti.

mercoledì, settembre 27, 2006

In attesa della notte

In attesa della notte
in un'aria densa che non lascia
margine al respiro
una coltre che non conosce silenzio
ma solo brusii incessanti.
Voci, frammenti di parole, sospiri
scoppi di pianto, e singhiozzi
che non sollecitano azioni,
risate come scoppi d'ira, secche,
nervose, voci imploranti che ripetono
"non capisco" con monotona voce rotta.
La notte trascorre tra frinire di grilli
e sofferenze celate tra pieghe d'ombra



di Felice Pagnani

Servizio a domicilio?

C’è una ragazza col nick PiAccaEtc che non fa altro che rispondere a qualsiasi circostanza ridendo e ghignando. Meglio sarebbe dire asd-ando (Image).
UNO se l’è scopata una volta, ma ci tiene a dire che non stava insieme a lei e che probabilmente non ci starà mai.
Sempre UNO non vedeva l’ora che salissi – da sola – nella casa sul Garda per trascorrere un week-end insieme, giurandomi che se anche avessimo fatto sesso per due giorni, e se pure non avessimo più potuto incontrarci dopo, sarebbe stato solo amore.
Quando in alternativa gli ho proposto di venire lui a Firenze, non m’ha neppure risposto.
Ha sparso in giro in due blog che “e ancora una volta lo si piglia nel culo” e un bel “babel vaffanculo”.
Mi chiedo se PiAccaEtc abbia fatto il servizio a domicilio.
Sempre ridendo e ghignando, naturalmente.

Nel silenzio emerge una canzone

martedì, settembre 26, 2006

Stasera

... silenzio.

lunedì, settembre 25, 2006

Accidenti a UNO! Accidenti a me!


Che tristezza questa pioggia autunnale.
E domani devo andare dalla strizzacervelli.
Se non fosse stato per le cose che son balzate all’evidenza con lei, sarei andata all’appuntamento con UNO sabato e domenica.
Ma perché non ha accettato di venire lui da me?
Non ha neanche risposto alla mia richiesta alternativa.
Mi ha mandata a quel paese.
Volevo farlo fuori. Anche adesso in alcuni momenti.
Quel ragazzo è un’ossessione per me.
Ho pensato quasi sempre a lui negli ultimi mesi, nel bene e nel male.
Nonostante la ferocia con cui ci siamo insultati pochi giorni fa, sono convinta che se ci vedessimo ci salteremmo addosso reciprocamente per fare sesso.
Sesso, sesso, sesso.
Chemmefrega di studiar scienze, adesso!
E’ un’attrazione fatale, quell’UNO.

domenica, settembre 24, 2006

Non capisco ...

Questa proprio non la capisco.
Giovedì notte, in un attacco di rabbia furente, ho urlato a UNO di cancellarmi dalla lista utenti del forum dove ci siamo conosciuti, del quale lui è un amministratore.
Detto fatto. Il giorno dopo mi era negato il log in.
Stasera invece ho ritrovato delle mail-segnalazioni dei threads che in genere controllavo.
Mi sono collegata, e potevo loggarmi.
Ch'ebbo pensà?

Quante volte ancora?

IACEO IN MOERORE

Come da una lama
Trafitto, attonito
Il cuore muto stà.

Strazio atroce
Dilania il petto
E nulla più sollievo sa dare.

Lacrime lapilli
bruciano
l’occhio mio verde.

Mi consumo
Afflitto
Come sigaretta al vento.

Hai perso il bianco velo
Ora ti cospargi di porpora.



Non ho mai così tanto,
desiderato la morte.

di Roberto Cascione

Che amarezza sconfinata ho dentro.
A quante delusioni dovrò andare incontro nella vita, se già ora, a diciott’anni non ancora compiuti, ho simili pensieri?
Ho voglia di morire. Senza lasciare traccia.

Che amarezza, che sconforto scoprire che un ragazzo, UNO, che credevo diverso, si è rivelato così meschino.
E che ulteriore amarezza constatare che si fa beffa di me con i mezzi che usa (Oddio! ) e tirandosi dietro il suo codazzo di amici, un solo coro dalla sua parte.
Un branco!
Si credono alternativi, perché stanno dalla parte delle idee anticonformiste, ma si comportano come persone prive di scrupoli nel ferire altri. Me. Lui in prima fila.

Che delusione, che amarezza!

Quante altre ancora?

Oggi

E’ stata dura oggi studiare, ma domani di nuovo sveglia presto, e a scuola!
Dunque, si deve.
E’ difficile quando i dolori del cuore sono forti.

Così è per me in questi ultimi giorni, dopo che con UNO sono giunta ad un punto di non ritorno da giovedì sera.
Ero dapprima piena di rabbia, furiosa. Sentimento destinato a non durare in me, forse in nessuno. Alla rabbia ora s’alterna l’amarezza.
E tanta tristezza.
E delusione. In primo luogo verso me stessa.

Perché mai mi è così difficile studiare quando questi sentimenti albergano nel mio animo?
Perché mai, anche se non vorrei, la mia mente si sposta automaticamente verso il lago di Garda e il Tòcatì di Verona?
Mi sono dedicata ai libri di scuola stamattina presto e nel tardo pomeriggio, ma mi ci è voluto uno sforzo inaudito.

Ma qualcosa di buono c’è stato, oggi.
Sono uscita a passeggiare per il centro di Firenze in tarda mattinata.
Il tempo era buono, questi luoghi sempre belli, e le passeggiate sembrano aiutare ogni malattia.
Appuntamento con una mia nuova compagna di classe. Simpatica, e con i miei stessi interessi, sembra.

Qualche giro per il centro, un panino e poi insieme a visitare la Cappella Brancacci, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Ero contenta, in quelle ore, gustando il tiepido sole di questo fine settembre e l’odore a me caro dei musei.

Nella cappella ho apprezzato molte opere. Una in particolare mi è rimasta impressa, anche di più dei celebri affreschi del Masaccio. Si tratta de “La resurrezione di Tabita” di Masolino.

Di essa mi hanno particolarmente colpita i colori. Ma anche altre cose, su cui ho bisogno di riflettere ancora.

Mi chiedo anche se non sia stata suggestionata dal mio stato d’animo, che sente tanto forte dentro la morte, ma Tabila, nome che significa “Gazzella”, è stata resuscitata da Pietro.

E in fondo anch'io ho bisogno di rinascere.