giovedì, settembre 28, 2006

La mia mamma

Mamma non sta bene, oggi.
Voglio dire che sta meno bene del solito.
Penso che sia il cuore, non quello che pompa, a reclamare la sua attenzione.
È così bella la mia mamma. È così dolce la mia mamma.
Ma così terribilmente triste oggi.
Ormai non avrà più bisogno di ospedalizzazioni ripetute.
Può fare la riabilitazione anche essendo accompagnata quotidianamente, in genere al mattino.
Oggi, nelle primissime ore del pomeriggio, ha voluto stare su uno sdraio in giardino con una copertina a prendere un po’ dell’ultimo bel sole settembrino.
Quando sono tornata da scuola l’ho trovata lì, un po’ assopita.
Ho trangugiato velocemente un po’ di pasticcio che aveva preparato Silvana, e sono andata a sedermi accanto a lei.
Le ho letto un racconto di Checov, che a mamma piace tanto e sempre, nonostante sia stata sui suoi scritti più e più volte.
Era tutto così meravigliosamente mite, melanconico.
Lei che mi sorrideva e mi accarezzava con una mano le ginocchia.
Lei che aveva i capelli sparsi sul cuscino bianco e che ascoltava in silenzio la mia voce fra il verde e i tiepidi raggi di sole.
Lei che quando ho finito ha preso la mia mano e l’ha portata alle sue labbra per baciarla e poi l’ha accarezzata con le guance.
Lei che mi ha sussurrato “Sei la mia bimba, la mia piccola preferita”.
Ha una pelle di velluto la mia mamma, la più morbida e la più liscia del mondo.
Ha un odore inconfondibile, rosa ophelia insieme a menta piperita, la pelle della mia mamma.
Ma oggi il suo sguardo lucido abbondava di straripante e tenera malinconia.


Quanto ti amo, mamma!

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