zephirando: 2006-10-29

- viaggio lungo ma tranquillo. Anche mamma non ne ha sofferto molto.
- con la differenza di fuso orario è difficile adattarsi appena giunti.
- un po' stordita, ma contenta di essere arrivata. Anzi, direi decisamente eccitata!

Sì sì! Finalmente sono nella Grande Mela.
Perchè Grande Mela?

Il nome the Big Apple fu sentito per la prima volta da Fitzgerald nel gennaio del 1920 sulla bocca di due stallieri afroamericani, che definivano così l'ippodromo di New York. L'espressione gli piacque e la usò sul suo giornale, riferendosi sempre all'ippodromo. Nel 1930 un gruppo di musicisti jazz di colore iniziò a chiamare con questo termine prima Harlem e poi tutta New York perchè capitale del jazz nel mondo. L'ufficializzazione del termine risale al 1971 quando Charles Gillet, presidente dell'ufficio del turismo, usò il termine nella campagna di promozione della città. Infine nel 1997 il sindaco Rudolph Giuliani ha battezzato "Big Apple Corner" l'angolo tra la 540 strada ovest e Broadway, dove Fitzgerald abitò dal 1934 al 1963 per rendere omaggio al grande scrittore, in qualche modo padrino della definizione.

Credo sarà un posto che mi è congeniale, per tanti motivi, non da ultimo il blues. Il club di B. B. King sarà una delle mie prossime mete.

"La Grande Mela non è la madre del blues, ma è certamente una zia molto cara. New York ha sempre importato e distillato e amplificato fino alla notorietà le migliori espressioni di ogni genere e col blues ha siglato in tempi antichi un compromesso che regge bene: tu pensa alla musica e restale fedele, io penso al glamour e ti porterò le masse. Anche per questo il club del gagliardo B.B. King, ottuagenario di centoventi chili sempre in tour, con quindici figli da quindici donne diverse sparse per il paese, si trova a Times Square. Il 'B.B. King Blues Club & Grill' è un locale alla moda, nel quale è il testimonial a fare tendenza, mentre la managerialità è apportata da chi di locali musicali se ne intende e ne ha fatto una professione ' la famiglia Bensusan, la stessa che possiede il Blue Note Jazz Club. Entrando si nota la suddivisione in due spazi principali: la 'Showcase Room' e il 'Lucille's Grill'. Nella seconda si mangia. Quella interessante, però, è la prima, nella quale campeggia un palco di dieci metri di ampiezza circondato da tavoli e sedie disposte a ferro di cavallo; un imperioso bar e un megaschermo rendono la visione del concerto un vero privilegio, offrendo la rara occasione del contatto con gli artisti. Negli anni il club, oltre alla home-star B.B. King, ha ospitato Taj Mahal, Junior Brown, Wilson Pickett, Sonny Rollins, James Brown, Little Richard, Brian Wilson, George Clinton, Gregg Allman, Etta James, Erykah Badu, Better than Ezra, Macy Gray, Maceo Parker, Peter Frampton, Dr. John, Robert Cray, Roots, Radiators, Neville Brothers, Buddy Guy..." [da qui]