sabato, dicembre 02, 2006

A te

A te, amore, augurandoti la buonanotte.
Sei con me.

[...]
Love ain’t no stranger
Love ain’t no stranger

I ain’t no stranger

Sei tu, TATO, il mio amore conosciuto!

venerdì, dicembre 01, 2006

Noi ... vita grama

Lasciamo stare oggi questa città, i musei, i taxi gialli, la moltitudine di gente plurietnica, la vita underground della metropolitana, gli artisti di strada, i parchi, Manhattan, il Greenwich Village dove abitiamo, le immense pubblicità luminose, i grattacieli, che pure mi piacciono un sacco perché riflettono il cielo su se stessi e cambiano colore insieme ad esso …

Lasciamo stare, e facciamo un po’ di conti con noi stessi.
Ebbene sì, devo ammetterlo: mamma, il babbo ed io stiamo facendo una vita grama.
Mamma non si può muovere più di tanto autonomamente. È impegnata quotidianamente con le sue cure e passa il resto della giornata a leggere ed ascoltare musica. Ogni tanto, per dar sfogo alla sua creatività repressa, si piazza in cucina con la cuoca, Inès - una signora di origine messicana -, e sperimenta nuove ricette o ne inventa qualcuna.
Papà è molto preso dal suo lavoro, che gli chiede di apprendere e sperimentare nuove competenze. È una situazione faticosa anche per lui, tuttavia cerca di esserci con noi quanto più possibile. È anche capace di vivacizzare la nostra vita invitando alcuni suoi colleghi ogni tanto a cena da noi. Avendo a che fare con la ricerca universitaria, ha contatti con americani e con stranieri provenienti da ogni angolo della terra. Ci sono anche due ragazzi (li chiamo così perché sono più giovani di altri, ma hanno superato la trentina) italiani, uno pugliese e l’altro di Roma. Sono persone simpatiche e vengono spesso a trovarci.
Io non sto propriamente bene. Non ce l’avrei mai fatta se fossi venuta qui senza i miei ad affrontare quello che sto facendo. Ho compreso che potrei anche viaggiare da sola, ma nella condizione del viaggio fine a se stesso, quello che non sai dove ti porta, quello il cui obiettivo è di andare alla scoperta di qualcosa senza dover sottostare ad impegni, scadenze, integrazioni obbligatorie in ambienti di lavoro o di studio. Se fossi venuta senza di loro, dovendo anche andare a scuola, avrei forse potuto farcela se fossi andata in un college. Ma da sola, no. È già durissima così, sapendo di poter contare quotidianamente sui miei, figuriamoci se dovessi cavarmela da sola!

Molti mi avevano detto che i primi tre mesi all’estero sono molto difficili. È vero, e non è soltanto una questione di lingua. Accade qualcosa di singolare dentro ciascuno. Almeno a me è successo questo. È come se tanti “filtri”, che prima decodificavano la mia vita in tutti i suoi aspetti e vissuto, fossero stati improvvisamente tolti. Mi sono ritrovata scoperta su tutti i versanti, sono emerse in me cose che mi erano prima inimmaginabili, sto rivisitando e rivedendo tutto, è uno stato di crisi aggravata continua.
Affascinante e mortale allo stesso tempo.


giovedì, novembre 30, 2006

TIMES SQUARE CAMS

Per le pochissime persone che so che passano da qui, lascio l’indirizzo di webcams attive 24 ore su 24 situate in Times Square.

Ci passo spesso. È a circa 2 miglia da casa e a 3 da scuola.
Da casa a scuola invece sono 6 miglia. Con la metropolitana si fa presto, ma quasi sempre mi accompagnano in auto.

martedì, novembre 28, 2006

di fretta

Sono di fretta. Voglio andare a Central Park. C'è un tempo non proprio soleggiato, ma buono. Ho bisogno di farmi una bella corsa.

lunedì, novembre 27, 2006

kiss


La musica fa schifo (insopportabile - bisogna azzerare l'audio), ma in questo gioco vorrei perdermi per ore oggi.

domenica, novembre 26, 2006

grr grrr

Ieri è stata una bella giornata, oggi invece fin dal mattino due commenti di anonymous sul blog gingischiando mi hanno rovinato la giornata.

grr grrr grrr grr

Ho attraversato non so quanti stati d'animo, nessuno positivo.

Non vedo l'ora di sentire Marco. So che con lui molti sentimenti cattivi se ne andranno.
Ciao, amore mio.

Sempre in azione per ... ma è impossibile!

Ieri sono stata finalmente al Metropolitan Museum. Non vedevo l’ora. È da quando sono arrivata che volevo andarci. Naturalmente ci tornerò, ci vogliono più giorni. Comprende circa 2.500.000 di oggetti d'arte, di cui oltre 100.000 esposti al pubblico. Ma al di là di una visita completa che non è ciò che propriamente mi interessa, di fronte a certe opere potrei restare ore ed ore.
Ieri ho visto la sezione “European Paintings” della “Permanent Collection”. Che emozione immensa ritrovarmi di fronte alle opere di Goya e van Gogh. Sono rimasta fino alla chiusura, alle 20.45, ad ammirarle estasiata.
Di Vincent van Gogh: Cypresses, Olive Orchard, Wheat Field with Cypresses, Shoes, The Flowering Orchard, Irises, Women Picking Olives, First Steps, after Millet, Vase of Roses, Oleanders, The Potato Peeler (recto: Self-portrait with a Straw Hat), Peasant Woman Cooking by a Fireplace, La Berceuse (Woman Rocking a Cradle) (Augustine-Alix Pellicot Roulin, 1851–1930), Sunflowers, Bouquet of Flowers in a Vase, L'Arlésienne: Madame Joseph-Michel Ginoux (Marie Julien, 1848–1911), Self-portrait with a Straw Hat (verso: The Potato Peeler).

E molte di Goya, in particolare The Giant, che adoro.

È stata una giornata bella, intensa, appagante.
Ma …


Ma c’è un problema.
Dovrei sempre stare in azione, fare qualcosa per non cadere, come mi sta succedendo in questi ultimi giorni, in una sorta di depressione.
Ma come si fa, mi chiedo, ad essere sempre in movimento?
Non è possibile!
E forse non è neanche giusto, nel senso che non è bene tenere sempre lontano ciò che c’è dentro.
Cercherò di trovare una misura, se ce la farò: concedere questi momenti da ferma ma senza esagerare; mantenermi attiva per evitare di cadere troppo nel buio ma senza stancarmi al punto di dover ogni giorno crollare di fatica anche fisica.

Che scommessa!