domenica, gennaio 28, 2007

Sono di là

Mi viene più spontaneo, in questo periodo, scrivere in un altro blog.
E' QUI.
Comunque ora ho aperto i commenti anche in questo.

lunedì, dicembre 25, 2006

Buon Natale


Auguri a tutti
alle molte persone che ci sono vicine
ma soprattutto a
lei


domenica, dicembre 24, 2006

martedì, dicembre 19, 2006

oggi

Oggi non ce la faccio
Mi fa male tutto
E’ come se mi avessero scuoiato


ho carne viva al posto della pelle

anche un lievissimo soffio di vento

giunge a me come un ferro rovente che mi sta marchiando


chiedo scusa


faccio quello che posso




domenica, dicembre 17, 2006


Ascolto e riascolto questa canzone, che per me significa, quando è cantata da Mercedes Sosa, cercare di ritrovare coraggio accettando incondizionatamente ciò che la vita ci riseva.

E' difficile ora. Moltissimo.

domenica, dicembre 10, 2006

Grazie

Grazie Dani
Grazie Chicca

grazie di essere amiche mie sin dall’infanzia
grazie di esserci ora con tanto affetto
grazie per non aver indossato il gesso delle parole di cortesia in questi giorni
grazie per aver pianto con me
grazie per aver dato sfogo al mio dolore gridando al posto mio contro l’ingiusta sorte
grazie per non avermi detto che la vita continua

non dimenticherò mai
mai e poi mai
le vostre figure in lontananza al nostro rientro che, fra tante, per prime oggi ho individuato all’aeroporto
mai e poi mai
i vostri occhi lucidi e rossi quando ci siamo avvicinate
mai e poi mai
il vostro avvolgermi in un unico abbraccio per sorreggermi
proteggermi
per scaldami anche col corpo
mai e poi mai
l’odore e il sapore delle nostre lacrime che si mescolavano
mai e poi mai
il rumore dei nostri nasi che tiravano su
mai e poi mai
quel silenzio così denso di amore e di amicizia vera


e mai potrò dimenticare
che custodite in voi il ricordo di LEI
che ci rimboccava le coperte quando dormivate da noi


Grazie Dani, grazie Chicca
perché so che nel vostro cuore continuerà a vivere la mia mamma
ed io verrò innumerevoli volte a cercarla e a trovarla da voi
verrò per il resto dell’intera mia vita


E grazie anche a te Marco
che non so dove continui a trovare la forza di amare
quei soli e unici frantumi sparsi ovunque e sopravvissuti
della ragazza che avevi conosciuto
grazie per il modo in cui sai esserci e donare il tuo sorriso
a me
che ora non so
se mai riuscirò a ricambiare tanta generosità e amore



Ma una cosa la so
Voi tre siete le migliori ragioni di vita per me

Infinitamente grazie


venerdì, dicembre 08, 2006

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

martedì, dicembre 05, 2006

oh mamma ... mammaaaaaaaaa




O MIO DIO!
NO NO
TI PREGO
PER FAVORE

Ebbene, sì ...

... lo confesso: mi piace fare l'amore anche per telefono.
Certo, non è come quando si è in due nello stesso luogo, però ...

domenica, dicembre 03, 2006

Mi babbo, er mejo … come il Lenox Lounge!



Mi babbo capisce sempre tutto, specie quando il morale della truppa si fa basso. Così, senza che nessuno glielo faccia notare, lui provvede. Che uomo!

Ieri pomeriggio ci dice: “Stasera usciamo: preparatevi”.

Potrebbe sembrare una cosa banale. Si esce il sabato sera. Non lo è per noi tutti insieme. Si può ovviare alla difficoltà di movimento di mamma portandola in carrozzina, ma non al freddo nelle parti semiparalizzate del corpo che prova a star fuori e ferma su di essa. Ma il grande babbo ha trovato una cosa speciale, un specie di termo-coperta, solo che anziché funzionare a corrente va a pile.

E la meta poi, che non ci ha rivelato fino alla fine!

Partiamo verso le 21:00 in auto e ci porta al Lenox Lounge, dove ci raggiungono tre suoi colleghi.

AL LENOX LOUNGE!

Lo storico jazz club in art-deco, aperto dal 1930 ad Harlem, già frequentato da molte leggende come Billie Holiday, Miles Davis e John Coltrane. È stato anche il rifugio di Malcolm X.
Abbiamo cenato lì, dove servono degli sfiziosissimi antipasti e primi piatti.
E musica, naturalmente. Ieri sera si è esibita la vocalist Tiffany Hall and Her Trio. Non la conoscevo, ma ha fatto una ottima performance ed ha una voce veramente singolare.

È stata una serata felice, e vedere mamma così allegra e soddisfatta ci ha resi tutti ancor più contenti.
Grazie, infinitamente grazie, babbo!

sabato, dicembre 02, 2006

A te

A te, amore, augurandoti la buonanotte.
Sei con me.

[...]
Love ain’t no stranger
Love ain’t no stranger

I ain’t no stranger

Sei tu, TATO, il mio amore conosciuto!

venerdì, dicembre 01, 2006

Noi ... vita grama

Lasciamo stare oggi questa città, i musei, i taxi gialli, la moltitudine di gente plurietnica, la vita underground della metropolitana, gli artisti di strada, i parchi, Manhattan, il Greenwich Village dove abitiamo, le immense pubblicità luminose, i grattacieli, che pure mi piacciono un sacco perché riflettono il cielo su se stessi e cambiano colore insieme ad esso …

Lasciamo stare, e facciamo un po’ di conti con noi stessi.
Ebbene sì, devo ammetterlo: mamma, il babbo ed io stiamo facendo una vita grama.
Mamma non si può muovere più di tanto autonomamente. È impegnata quotidianamente con le sue cure e passa il resto della giornata a leggere ed ascoltare musica. Ogni tanto, per dar sfogo alla sua creatività repressa, si piazza in cucina con la cuoca, Inès - una signora di origine messicana -, e sperimenta nuove ricette o ne inventa qualcuna.
Papà è molto preso dal suo lavoro, che gli chiede di apprendere e sperimentare nuove competenze. È una situazione faticosa anche per lui, tuttavia cerca di esserci con noi quanto più possibile. È anche capace di vivacizzare la nostra vita invitando alcuni suoi colleghi ogni tanto a cena da noi. Avendo a che fare con la ricerca universitaria, ha contatti con americani e con stranieri provenienti da ogni angolo della terra. Ci sono anche due ragazzi (li chiamo così perché sono più giovani di altri, ma hanno superato la trentina) italiani, uno pugliese e l’altro di Roma. Sono persone simpatiche e vengono spesso a trovarci.
Io non sto propriamente bene. Non ce l’avrei mai fatta se fossi venuta qui senza i miei ad affrontare quello che sto facendo. Ho compreso che potrei anche viaggiare da sola, ma nella condizione del viaggio fine a se stesso, quello che non sai dove ti porta, quello il cui obiettivo è di andare alla scoperta di qualcosa senza dover sottostare ad impegni, scadenze, integrazioni obbligatorie in ambienti di lavoro o di studio. Se fossi venuta senza di loro, dovendo anche andare a scuola, avrei forse potuto farcela se fossi andata in un college. Ma da sola, no. È già durissima così, sapendo di poter contare quotidianamente sui miei, figuriamoci se dovessi cavarmela da sola!

Molti mi avevano detto che i primi tre mesi all’estero sono molto difficili. È vero, e non è soltanto una questione di lingua. Accade qualcosa di singolare dentro ciascuno. Almeno a me è successo questo. È come se tanti “filtri”, che prima decodificavano la mia vita in tutti i suoi aspetti e vissuto, fossero stati improvvisamente tolti. Mi sono ritrovata scoperta su tutti i versanti, sono emerse in me cose che mi erano prima inimmaginabili, sto rivisitando e rivedendo tutto, è uno stato di crisi aggravata continua.
Affascinante e mortale allo stesso tempo.