martedì, ottobre 17, 2006

Well ...

Papà la settimana scorsa è partito, è arrivato bene e si sta sistemando.
La scuola sta preparando le mie carte per il trasferimento.
Tutte le cartelle cliniche di mamma sono già pronte.
Ho fatto la lista delle cose da portar via, ma è suscettibile di mutamenti.
Mi son detta che è inutile che mi faccia tante paranoie. Se volessi potrei anche rimanere, ma preferisco andare. Quando sarò là ce la farò, inutile pensarci più di tanto prima.
Però mi rendo conto che tutto questo è al centro della mia attenzione.
Quello che succede nel mondo in questo momento non mi appassiona come di solito. Sono presa quasi completamente da me stessa e dalle mie preoccupazioni. E, paradossalmente, in un momento come questo, dai miei problemi sentimentali, quelli di ora e anche quelli di sempre.
Quest’anno è stato quasi interamente una catastrofe. Mi sono lasciata coinvolgere per buona parte del tempo da UNO, senza che la cosa giungesse a qualcosa di positivo. E mi pesa alquanto partire senza avere fatto pace.
Marco mi ha cercata sempre da quando ci siamo conosciuti. Una presenza quotidiana, via web o al telefono quand’è a Bologna, di persona quando torna dai suoi a Firenze. Si è proprio innamorato di me, ma io non posso dire altrettanto. Mi piace, sto bene con lui, gli voglio bene, tuttavia non mi sento trasportata come quando ci si innamora. Eppure la sua presenza è stata preziosa. Mi ha riempita di coccole e attenzioni. Dapprima ero anche timorosa nel vedere più trasporto in lui che in me, avevo paura di ferirlo. Siamo però riusciti a parlarne serenamente durante questo week-end senza farci male e anche questo me lo rende molto caro. Il pretesto per affrontare il tutto è venuto domenica scorsa quando mi ha proposto di non partire, di restare a Firenze, e, se volevo, anche di andare con lui a Bologna. Mi ha fatto tanta tenerezza., dopo aver incassato la sorpresa nello scoprire che era arrivato a tanto in così poco tempo. A me non era sfiorato neppure il pensiero di non partire per lui.
L’assurdo è stato che quando poi a casa ripensavo a questo, mi son ritrovata ad immaginare che cosa avrei fatto se fosse andata diversamente con UNO e se me l’avesse chiesto lui.
Che assurdità! UNO non è neanche un numero, è solo un’idea di cui mi sono innamorata e che per giunta m’ha pure trattata male.
Marco è una persona reale. Non c’è nulla che non vada in lui. Ha molte cose in comune con UNO: è un nerd, suona la chitarra e in un gruppo, ama il cinema, il teatro, la fotografia e la pittura, è uno studente forse non proprio modello ma coscienzioso e responsabile. È carino, comprensivo, tenero, sempre disponibile, e anche di buona famiglia. Perché non mi innamoro di lui?

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